Covid equiparato all’influenza stagionale in Giappone: allentate tutte le misure di sicurezza dopo tre anni di pandemia.
Il Covid in Giappone è ormai nulla più che una malattia simile all’influenza stagionale. Dopo tre anni di pandemia, il paese del Sol Levante ha deciso di equiparare la categoria di rischio del Covid-19, la malattia con cui abbiamo convissuto e stiamo convivendo dal 2020 a oggi, a quella della normale influenza che tutti gli anni funesta gli inverni nipponici. Una notizia importante che porta con sé, oltre all’annullamento delle restrizioni alle frontiere, già ufficializzato da qualche settimana, anche l’allenamento di altre misure straordinarie, come la quarantena per i contagiati e per i loro contatti stretti.
Il Covid in Giappone diventa come l’influenza
Nel 2020, anno dell’esplosione della pandemia a livello internazionale, il Covid era stato classificato dal Giappone nella categoria “minaccia speciale per la salute pubblica“. Si trattava, in altre parole, una malattia superiore rispetto ad altre malattie infettive molto pericolose, come la tubercolosi. Dopo tre anni, è stato solo in questi giorni declassato a malattia comune.
Un cambiamento che comporta, oltre all’allentamento di tutte le misure straordinarie che erano state approntate e adottate negli ultimi anni, anche un aumento della spesa medica per i contagiati e la possibilità di poter ricevere cure non solo nei centri designati, come accaduto fino a oggi, ma in qualsiasi struttura sanitaria del sistema sanitario nazionale nipponico. Una novità molto importante che, di fatto, porta il Giappone quasi indietro nel tempo, all’epoca pre-pandemica.
Le misure di prevenzione in Giappone
Ad annunciare questa grande novità è stato il portavoce del governo giapponese, Hirokazu Matsuno, in una conferenza stampa tenuta in data 8 maggio. “Abbiamo cercato un equilibrio tra la prevenzione della diffusione della pandemia e il mantenimento delle attività socioeconomiche“, ha affermato Matsuno. Facile comprendere come questa decisione sia frutto della necessità di ridare respiro alle attività economiche e sociali del paese.
D’altronde, già lo scorso 13 marzo il governo aveva deciso di revocare la raccomandazione (in Giappone non è mai stato un obbligo) di indossare mascherine all’aperto o al chiuso. A fine aprile erano quindi state rimosse le misure di prevenzione alle frontiere. Misure che comprendevano la richiesta, a tutti i viaggiatori in entrata, di un certificato di vaccinazione con almeno tre dosi, o in alternativa al risultato di un test per il Covid con esito positivo o negativo effettuato prima del viaggio.
Un passo in avanti importante per il paese del Sol Levante, colpito molto dolorosamente dalla pandemia in questi tre anni, come molti altri paesi al mondo. Negli ultimi tre anni ha infatti accumulato oltre 33 milioni di contagi e più di 74mila morti per Covid.
Si può viaggiare in Giappone?
Dalla fine di aprile è possibile visitare il Giappone liberamente. Basta essere in possesso di una polizza medica specifica che includa la copertura per il rimpatrio sanitario protetto e l’assistenza sanitaria. Per il rientro in Italia non è richiesto il Green Pass e può dunque avvenire senza alcun tipo di controllo o ostacolo. Le autorità consigliano però di viaggiare muniti di mascherine FFP2, ancora obbligatorie nei voli di molte compagnie aeree.